È luta, è dança, è arte e magia! 

Pillole di Capoeira

Il segreto (della Capoeira?)

Capoeira, capoeiristi e... segreti!  

mestrs de capoeira na bateria de Angola . Capoeira Roma

È fantastico vedere il tempo passare e la filosofia del gioco cominciare a impossessarsi dei neofiti e constatare come essi iniziano a percepire il verificarsi di certe cose, cose che sono sempre state lì presenti ma che solo adesso riescono ad avvertire e comprendere con chiarezza… Un grande segreto, la conoscenza degli uomini e della vita, delle sofferenze, delle motivazioni, dei comportamenti dell'essere umano… Cose curiose cominciano ad accadere. La sensazione di essere presenti durante il gioco, i brividi al sentire un mestre cantare. L'allievo gradualmente conosce il rituale della Capoeira e all'improvviso quello che era un hobby diventa parte della sua vita, della sua quotidianità. Il tempo passa e agli occhi degli altri appare già piuttosto scaltro. Ma lui/lei è cosciente di non sapere ancora nulla in verità, e pian piano va percependo come la Capoeira sta modificando la sua vita, il suo corpo, la sua mente, ne coglie le opportunità e quello che essa esige in cambio. Ripensando ai vecchi maestri, al legame fra maestro e alunno, tutto sembra essere un riflesso della vita, un teatro in cui viene portato in scena qualcosa di più grande. Il gioco di Capoeira, un'imitazione della vita. E resta sempre quella sensazione che c'è ancora qualcosa che deve essere rivelato, come quando una parola sulla punta della lingua non vuol venir fuori. E intanto gli anni passano. L'allievo è diventato mestre, tra lui/lei e la Capoeira non esiste più alcuna distinzione. Vive con Lei, è Lei. Adesso riesce ad avere una visione profonda e speciale di quello che accade tra i due giocatori, tanto sul piano fisico, quanto su quello spirituale. Non ci sono più segreti. A quel punto l'allievo avrà avuto accesso, in forma più o meno intensa, all'ultimo grado, quel grado che era già presente al suo primo incontro con la Capoeira ma che solo adesso gli/le si rivela. Un qualcosa di magico di cui i grandi maestri non parlano: il loro segreto.

Pillole di Capoeira

Menino, quem foi teu Mestre?

Dedicado a todos os meus alunos, com a esperança de um dia poder chamar um de voces de Mestre!

Etimologicamente, la parola mestre, secondo Closs (1977), deriva dal latino magister, che significa insegnante, cioè, colui che professa qualcosa, che si dedica all'arte dell'insegnamento.Tuttavia, oggi questa parola è carica di altri valori: essere maestri significa essere 'esperti'  in un particolare campo del sapere, vuol dire essere istruttori, consiglieri, guide, mediatori e, a volte, amici. È essere un esempio di dedizione per i propri allievi, di rispetto, etica, moralità, umiltà, pazienza, giustizia, amore per il prossimo, dignità etc. Insomma, un piccolo profeta, poeta, padre, madre, fratello, terapeuta, psicologo,  tra le altre cose (...).

Essere maestro, o maestra, è più che avere una semplice laurea da insegnante o educatore. Essere maestro vuol dire saper condividere esperienze e conoscenze, per gioire dei risultati degli allievi e sostenerli nei momenti difficili.  È essere 'docente-e-discente', ossia dodiscente (PIENTA et al, 2005). Ma è anche essere apostolo, discepolo, missionario; è far ricorso all'autorevolezza quando necessario, non all' autoritarismo.

Ci sono maestri di tutti i tipi: quelli che ci parlano ma che noi non ascoltiamo; quelli che ci toccano e noi non percepiamo; quelli che ci fanno male ma senza lasciare cicatrici. E poi ci sono quelli che segnano profondamente, con parole e azioni, le vite dei loro allievi. Essere maestri è una cosa seria! Alcuni sono solo uomini; altri insegnanti; pochi sono davvero maestri. I primi si ascoltano; i secondi si rispettano; gli ultimi si seguono.

Secondo il dizionario Luís da Câmara Cascudo, maestro è qualsiasi artigiano esimio, è colui che insegna, o è colui che riceve dai membri di una comunità questo  titolo, come riconoscimento di una qualche profonda forma di conoscenza. Nella capoeira il titolo di mestre è un  riconoscimento pubblico dato dalla collettività a chi si distingue per un servizio reso alla collettività, e che quindi può affermarsi come tale. Nel mio cammino di capoeirista, mi sono imbattuto in situazioni che io ancora non riesco a capire. Insegnanti che obbligano i loro allievi a chiamarli "mestre", maestri detentori di un potere fantasioso che esiste solo nella loro testa, insegnanti che per paura di perdere un allievo non gli consentono la partecipazione ad altri eventi, impedendone la crescita, insegnanti senza discepoli o allievi, insegnanti che acquistano titoli, maestri che li vendono, che offrono riconoscimenti ad allievi  solo per far crescere numericamente il proprio gruppo, ecc... Dobbiamo capire che maestro non è chi dice per forza la cosa giusta, ma è colui che conduce alla comprensione dell'errore e al miglioramento, maestro non è chi valuta il risultato finale, ma chi partecipa al processo di costruzione, maestro è chi vede l'errore del discepolo come un tentativo di miglioramento, maestro non è colui che ha sempre ragione, ma colui che è disposto a discutere i propri errori e successi ascoltando il parere dei suoi allievi. La nostra capoeira, amici miei, non ha bisogno di dittatori ignoranti, ma di mediatori. Il rispetto per il più vecchio, in quanto fonte di conoscenza, ha senso solo se c'è il rispetto per i più giovani, in quanto fonte di rinnovamento e continuità. È importante che ogni maestro rifletta profondamente, tutti i giorni, sulla propria condotta, perché ciò che fa di un uomo un maestro è in primis la sua capacità di contribuire alla formazione di altri individui. D'altra parte, l'allievo deve intendere che anche il maestro è alimentato dall'esterno, come un fiore che ha bisogno di essere innaffiato per crescere forte e bello. L'allievo non è tenuto a riporre ciò che è stato, cio che è e sarà, nelle mani di terzi ma può riconoscerne l'importanza nel suo processo di formazione.

Pillole di Capoeira

Capoeira não è ringue (La roda di Capoeira non è un ring)

Formada Guerreira e Formado Habib, Centro di Capoeira São Salomão Roma e Trento

La roda è prima di ogni altra cosa uno strumento che serve ad armonizzare ed equilibrare le varie forme di energia presenti nella capoeira: tutti coloro che vi prendono parte hanno la stessa identica importanza funzionale e la disposizione circolare nella roda offre un'importante contributo armonico: le voci di tutti i capoeiristi si sommano dando vita a quella musica che condurrà l'axè presente all'interno della roda ad un livello più profondo.

Possiamo affermare che la roda mantiene lo spirito in armonia con il cosmo, e da questo proviene l'energia che viene conservata al suo interno per poi essere ridistribuita tra i partecipanti. La roda mette in moto una grande quantità di energia che è data dalla somma di tutte le forze dei presenti e che ci porta ad una frequenza di vibrazione superiore.

Purtroppo, però, non sempre le energie sono positive. Può accadere, per esempio, che indirizziamo le nostre energie nel modo sbagliato e ciò sicuramente interferirà con il risultato, la qualità e l'armonia del gioco.

Da un punto di vista simbolico, il gioco è qualcosa che va molto oltre la mera forma, l'apparenza e l'estetica di cui si riveste. Il gioco è un rituale che simboleggia la vita. I capoeiristi portano le loro vite nel gioco. Attraverso delle rappresentazioni plastiche che nascondono il potenziale di lotta della capoeira, essi ogni volta riproducono la morte in forma ludica e teatrale: arriva un colpo letale, l'altro giocatore sorride, consapevole di essere stato messo KO, dà una volta do mundo e il gioco ricomincia. Morale della favola: è il gioco della vita che deve interessarci, non della morte; conta il ricominciare sorridendo, non il fatto di essere caduti. È questo che noi capoeiristi dobbiamo cercare nella roda, un concetto primordiale che va a definire lo spirito di gioco nella roda. L'allegria e il rispetto per i nostri simili devono essere le nostre direttrici, e la roda deve essere il luogo sacro in cui mettiamo in pratica la nostra arte. È orribile vedere certi video in cui fratelli d'arte si aggrediscono con violenza senza neanche rispettare i comandi del berimbau.

La capoeira è un'arte nobile che ci offre la possibilità di giocare duro e perfino di lottare. Ma il rispetto e la camaradagem non devono mai venir meno. Axè!

Pillole di Capoeira

Gingar e Pensar

Il corpo, edificio collettivo di diverse anime (secondo Nietzsche) Nell'immaginario contemporaneo, l'armonia intellettuale ancora si oppone all'armonia del corpo. Anche quando l'occidentale utilizza il corpo nello sport o nelle arti corporali, resta in piedi la vecchia concezione dualistica della natura umana, che paragona il corpo a una macchina abitata e controllata da uno spirito, dalla mente. La filosofia occidentale dello sport spinge per convincere l'individuo che la formazione sportiva si riduce alla tecnica e ha un unico obiettivo: la promozione delle qualità fisiche. Ammettiamo che la mente possa contribuire a questo obbiettivo (la volontà e l'intelligenza "sottomettono" il corpo) e che anche la cultura fisica influisca sulla mentale. In altre parole "mens sana in corpore sano". Il problema è che questa formula presuppone la separazione tra corpo e spirito, e che questi siano legati da un rapporto di reciproca aggressività. Istituzionalizzato, lo sport finisce per soccombere allo spirito competitivo vigente nei rapporti di produzione dominante. Gli atleti hanno un unico obiettivo comune: la vittoria, che questa fosse dello spirito sul corpo o del corpo sull'avversario. La Capoeira dei vecchi maestri non è mai stata sport, majogo. È sempre stata arte, cultura. Da un lato il gioco, l'approccio leggero e poco serio, tutto quello che ripristina nell'uomo la disponibilità mentale e fisica del bambino. Dall'altro, una pratica integrata di lotta, danza, canto, musica e forma di concepire il mondo. Le sue fondamenta? Flessibilità, velocità di impulso, ritmo del corpo, e allegria. Lamalìciaè il segreto di tutto, è la formula magica che indica con precisione la capacità del capoeirista di superare la storia della sua vita e il suo ego (ovvero la coscienza delle abitudini acquisite e consolidate) e di adottare in pochi secondi un nuovo atteggiamento. Nella roda tutto accade senza schemi né piani prestabiliti (almeno nella nostra roda). È il corpo sovrano, libero nel suo movimento, trasportato dal suo stesso ritmo, che trova istintivamente il suo cammino. Il capoeirista è padrone del proprio corpo e, come un artista, crea infinitamente. Nella Capoeira, così come nella filosofia di Nietzsche, il corpo pensa. Pensiero e corpo appartengono all'ordine del diverso, vale a dire, a una simultaneità di cose comprensibili e incomprensibili che raramente passano per la nostra coscienza. Nella Capoeira non vive l'IO isolato e onnipotente di una coscienza sportiva, ma un gruppo, multiplo, differenziato, polimorfo, un collettivo di anime che dà voce creativa a una tradizione ritualistica, musicale e corporale di origine nera. Axé.

Pillole di Capoeira

O caminho do meio: entre Capoeira Angola e Regional

"Uomini e donne sono innegabilmente esseri trascendenti: non si conformano a quanto stabilito, trasformano, rinnovano, ricreano la vita e proprio grazie al loro essere incompiuti diventano progetti infiniti. Nella Capoeira non poteva essere diverso, e ancora più per il fatto di essere una pratica nata all'interno della cultura popolare, essa è la somma dell'interpretazione di ogni gruppo di tradizioni esistenti, il che consente uno scenario di diversità e dinamismo, sempre aperto a nuove possibilità.

Il Centro di Capoeira São Salomão in questa diversità di modi di intendere e praticare la Capoeira incontra, come giustamente disse il nostro caro amico Mestre Esquisito, il cammino di mezzo, un punto di equilibrio e di felicità nel vivere la Capoeira Angola e la Capoeira Regional.
Con un lavoro singolare, autentico, in cui si affermano le originalità della Capoeira, ponendole al di sopra delle mode, salvaguardiamo la sua tradizione di resistenza e il suo senso libertario, mentre attualizziamo noi stessi per rispondere alle esigenze di coloro che si  avvicinano al nostro centro, proponendo un atteggiamento di cittadini  consapevoli di fronte alle esigenze del mondo di oggi. 

                                                                                                                                                                                                                   Mestra Bel